Asparetto, ridente (si dice sempre così) paesino della bassa, è la sede di una dinamica associazione denominata “Associazione Teatro Aperto” la quale si dà molto da fare per dar vita ad una serie di iniziative culturali. Quest’anno, nell’ambito di “incontri di psicologia”, il tema era l’adolescenza: Padri e madri di fronte ad una sfida.
Il relatore degli incontri era il prof. ROBERTO ZONTA, psicologo, psicanalista e psicoterapeuta.
L’Atletica Selva Bovolone, da sempre attenta alle problematiche dei ragazzi, e sempre alla ricerca di incontri che possano aiutare gli allenatori/animatori a svolgere nel miglior modo possibile il loro compito, ha partecipato con un gruppo di allenatori e dirigenti, più alcune mamme.
Non è certo agevole fare il riassunto di questi sei incontri. Perciò per ogni incontro farò il possibile per illustrare quelle che secondo me sono le parole chiave, le linee guida, considerando sempre che certe frasi sono la sintesi estrema di discorsi molto più lunghi, o sintesi di risposte a domande poste dal pubblico.
Mercoledì 19 febbraio. L’adolescenza, ovvero: perché tutto quello che andava bene prima non vale più?
Perché dalla fanciullezza all’adolescenza si verifica un salto non solo temporale ma ormonale, biologico, un salto che dà un’accelerazione impressionante alle relazioni, relazioni che sono alla base di tutto lo sviluppo della personalità del bambino, del fanciullo e dell’adolescente.
Sostiene Zonta (ogni volta che scrivo “sostiene Zonta” intendo quello che credo di aver capito). Allora, sostiene Zonta, non bisogna giudicare gli adolescenti moralisticamente: essi hanno contemporaneamente un desiderio di affetto e un desiderio di autonomia che spesso viene interpretato dai genitori come una forma di ingratitudine nei loro confronti, mentre pare che tutto quello che dicono gli altri, amici, adulti diversi, televisione etc. sia per i figli oro colato. Ma inconsciamente questi hanno un bisogno enorme del sostegno dei genitori, i quali li devono spingere verso l’autonomia, verso il distacco, ma sempre con affetto.
Mercoledì 26 febbraio: Gli eroi, i modelli, i miti
Per capire l’adolescente bisogna volare alto, secondo l’ideale dell’io dell’adolescente. Il gruppo di cui il giovane fa parte viene da questi mitizzato, perché risponde al suo bisogno di autonomia. Dentro il gruppo l’adolescente vive una tensione cosmica, egli vede la realtà in modo diverso. I miti, i modelli (purtroppo pochi positivi) vengono percepiti come unici portatori di verità. Allora come genitori cosa offrire a questi adolescenti? Molto affetto, intervenire secondo i loro bisogni.
Sostiene Zonta che questi adolescenti sono molto diversi dagli adolescenti delle generazioni precedenti; essi vivono una realtà molto più complessa, quindi hanno bisogno di più autenticità ed autorevolezza, che i genitori non sembrano più capaci di dare.
Secondo Zonta se ci sono genitori sufficientemente adeguati gli adolescenti passano questa fase difficile della loro crescita senza grossi problemi. Bisogna insegnare loro (non solo a parole) ad amare il mondo, ad aver fiducia nel loro futuro.
Mercoledì 5 marzo. Alla ricerca di falsi paradisi: dipendenza e dintorni.
Sostiene Zonta, che tramite una complessa ma lineare attività di relazioni, se ben sviluppate, si matura nell’adolescente la capacità di ragionare e di decidere. In questa età tutto nella sua mente è confuso; se si sono gettate le basi per la sua autonomia, l’adolescente sarà capace di decidere, tenere il più in basso possibile la “morte” (è infatti sempre presente in ogni personalità lo scontro tra la morte e la vita) e esaltare la “vita”. Bisogna insegnare la capacità di fare sacrifici, perché questi aiutano a controllare la morte, come il rispetto delle regole verso gli altri aiuta a rispettare le regole verso sé stessi. La droga è una dipendenza che va in contrasto con l’autonomia: quindi, più formiamo adolescenti autonomi, minore è il rischio di avere adolescenti dipendenti. Chi cade nella dipendenza è di solito povero di valori e di cultura (intesa come conoscenza e competenza in senso allargato).
Secondo Max i nostri genitori e i nostri nonni prima di loro, hanno attuato la cultura del sacrificio perché era una necessità. Noi adulti, visto che ne abbiamo la possibilità, tendiamo a dare tutto ai figli, a non far loro affrontare nessun sacrificio, non facciamo passare alcuna idea che per avere qualcosa bisogna lottare, no, invece tutto gratis e subito. Sostiene Zonta, si è smesso di dare la gioia che possiamo cambiare il mondo, siamo diventati tutti pessimisti, nessuna meraviglia quindi se molti adolescenti cadono in depressione.
Sostiene Zonta: stiamo molto attenti ai modelli che diamo in casa.
Per sconfiggere le dipendenze, inoltre, non bisogna aver paura a chiedere aiuto. Non fare gli struzzi, riconoscere il problema è l’inizio per risolverlo. Nel rapporto educativo l’errore principale è un errore di relazione, il binomio vincente per sconfiggere le dipendenze è dare affetto ed autonomia, non si può dare affetto e volere che i nostri figli siano sempre dipendenti da noi.
Sostiene Zonta, il problema delle cattive compagnie è un falso problema: se ci sono delle buone basi educative (valori, cultura, autonomia, affetto) i ragazzi cercano quelli che sono loro sintonici, in altre parole l’adolescente cerca quelli che hanno cultura, valori simili ai suoi.
Mercoledì 12 marzo. La scuola: il pericolo dello scacco matto
Sostiene Zonta che ogni ragazzo porta a scuola il mito affettivo nel quale è cresciuto. Se la scuola lo accoglie con lo stesso mito, o con un modello simile, tutto fila abbastanza liscio, altrimenti nascono problemi.
Se nella scuola materna il bambino trova un mito prettamente materno-affettivo, man mano che cresce dovrà progressivamente venire a contatto con l’altrettanto importante mito paterno dell’autonomia. Quando la scuola non sa armonizzarsi in base ai miti affettivi di cui ha bisogno il ragazzo, vi è uno scontro forte che costituisce una prima causa di fallimento. Una seconda causa si trova nello scostamento tra il ruolo dell’adolescente (cioè “come” si presenta il ragazzo a scuola) ed il ruolo di studente che invece la scuola richiede da lui. Anche in questo senso la scuola si deve adeguare, deve essere più attenta a quali ragazzi la frequentano.
Sostiene Zonta che l’età di crisi, l’età di passaggio che è l’adolescenza è ormai una certezza scientifica, allora dovrebbe essere la scuola che si adegua alla realtà adolescenziale,
In questo difficile passaggio gli insegnanti dovrebbero dimostrare di essere presenze mitiche, purtroppo non lo sono e gli adolescenti si accorgono della debolezza di questi insegnanti. E’ anche vero che la scuola, senza la piena collaborazione della famiglia, non può intervenire più di tanto e salvare i giovani da situazioni di fallimento.
Bisogna quindi ricostruire un rapporto di fiducia con gli adolescenti se vogliamo che diventino adulti positivi. Sostiene Zonta che la scuola non aiuta, la TV non aiuta, la comunità non aiuta molto. Sostiene Zonta, non ci sono colpe, ma cause da ricercare nelle relazioni, spesso problematiche, tra giovani e adulti. Per tutte le persone, in particolar modo in questa età, è fondamentale sentirsi gradito. Educare veramente è riuscire a far sentire l’adolescente gradito.
Mercoledì 19 marzo. Adolescenti senza valori?
Sostiene Zonta che gli adolescenti senza valori sono lo specchio di genitori senza valori.
I valori devono essere coerenti per essere mitici, cioè per funzionare.
Quali sono i valori? Ci possono essere valori universali? Sostiene Zonta che se partiamo dai bisogni primari, biologici, possiamo trovare dei valori universali.
Tramite l’armonizzazione di questi bisogni biologici si costruiscono i valori. Si può quindi tentare di creare una morale fondata sui bisogni biologici.
Ama il prossimo tuo come te stesso: può una religione a favore dell’uomo essere contro i suoi bisogni?
Bisogna dare agli adolescenti cultura, dare un futuro, dare affetto, se non riusciamo a dare queste cose essi diventano aggressivi, si scelgono la parte più buia della loro personalità, la morte.
I luoghi educativi per eccellenza sono: la famiglia, la scuola, la parocchia, le associazioni, la comunità, in questi luoghi devono esserci figure che educano.
Sostiene Zonta che senza mamma (intesa come persona che dà affetto sincero)non si vive.
Educare tramite il sacrificio che non è necessario in sé, ma serve per render autonomi.
Mercoledì 26 marzo. Sessualità e nuovo comportamento amoroso
Sostiene Zonta che un materno iperprotettivo e un paterno assente o aggressivo favoriscono l’aggressività dell’adolescente in campo sessuale. Bisogna quindi dare da subito informazioni, con semplicità e creatività, in funzione dell’età del bambino, del ragazzo e dell’adolescente. Si può parlare della cicogna se il bambino ha 3/4 anni, poi anche ma mamma diventa una cicogna che porta un bambino, e così via. Non aver paura di parlare delle cose della vita.
Max