EDITORIALE          di Gianni Segala

 

INCONTRI&EMOZIONI

 

Ciò che più ricordiamo nel nostro vivere quotidiano sono i momenti che hanno generato emozioni: quello che, diciamo, ci ha "toccati" dentro.

Ho vissuto queste emozioni durante l'incontro con la Virtus Campobasso che ci ha ospitato dall’11 al 13 luglio. Non c'erano dubbi sull'ospitalità dei ragazzi molisani e delle loro famiglie: l'unica perplessità era la novità che questo incontro costituiva per i nostri ragazzi. Gianni, mi sono detto alla fine, niente di più sbagliato! Quando il pullman ripartiva da Campobasso e gruppetti di macchine ci hanno aspettato, precedendoci di qualche minuto con le auto, salutandoci con sventolio di bandiere e suoni di clacson, i nostri in coro scandivano "retro-retro-retro". Il segno che quello che hanno vissuto, dopo le fisiologiche prime ore di titubanza, è stato bello; segno che i ragazzi amano incontrarsi, conoscersi, condividere e dare quello che hanno dentro.

Quello che hanno dentro è un desiderio di contare, di essere significativi, di essere protagonisti di quello che fanno. E quando sono chiamati a questo, quando le cose che fanno toccano le corde della sensibilità più profonda ecco che si aprono e danno, in modo ineguagliabile!

I tre giorni vissuti, ospiti della Virtus, hanno riaperto una finestra, rimasta socchiusa per quasi vent'anni, tanti sono, che ci riportano a ricordi che in quel tempo segnarono un modo di incontrarsi, una società sportiva, con le famiglie che ospitano ragazzi e ragazze mai visti prima: mai visti ma che già si conoscevano dentro per il modo di concepire e di fare atletica. I ragazzi sono sempre gli stessi, malgrado gli stimoli diversi che questo tempo detta. Mai come oggi hanno bisogno di esprimere e di sentire solidarietà, mai come oggi, riempiti di superfluo, hanno bisogno dell'essenziale, di sentirsi spronati a conquistarsi le cose ma anche di sentirsi amati! Per quello che sono!

In quanto a noi dirigenti, più volte ci siamo chiesti se e come potevamo proporre una tale esperienza. Poi abbiamo lasciato fare, ci siamo affidati alla sensibilità e allo spirito di improvvisazione che sono in ognuno di noi. E' stato giusto discutere tanto? Credo di sì, perché abbiamo trovato quell'entusiasmo e quella voglia di vivere che oggi cerchiamo proprio nei nostri ragazzi.

E' importante poi mettere ancora una volta in risalto come il successo di questa trasferta sia strettamente legato alle affinità che contraddistinguono le nostre società. Molte esperienze possono essere positive per puro caso: questa no. Trovare nei dirigenti e nei ragazzi di Campobasso lo stesso modo di vivere l'atletica come tassello importante della propria vita è stato fondamentale per farci dire subito, senza indugi: sì, andiamo avanti; ci vediamo anche l'anno prossimo.

Questo ho vissuto nei tre giorni di questa splendida trasferta.

E questo conto di vivere, il prossimo anno, nell'ospitare la Virtus Campobasso. Non so ancora i tempi e i modi, ma una cosa è certa:

l'Atletica Selva Bovolone vi aspetta.