di Luca Mantovani
CAMPIONATI ITALIANI
INDOOR DI
PROVE MULTIPLE
G
rande notizia, signore e signori, dal Palavesuvio di Napoli: “el nostro butin” (l’abbiamo chiamato così) Matteo ce la fatta, ha vinto quel titolo che tutta l’Atletica Selva Bovolone aspettava da tanto tempo. Il primo campione italiano individuale della nostra società è lui. Molti sostengono che Matteo sembra nato per le prove multiple: coraggioso, determinato, non si tira mai indietro e non si distrae mai. In questa gara penso l’abbia dimostrato pienamente. Bastava vederlo il giorno prima, mentre con il pulmino restaurato della Bentegodi discendevamo l’Italia: la voglia di gareggiare gli si leggeva in faccia, la determinazione si percepiva da ogni sua parola; tutto questo senza mai mostrare segni di preoccupazione o timore, sapeva che il giorno dopo avrebbe dovuto pensare ad una gara per volta e dare sempre il massimo. In quei giorni ho preso parte all’eptathlon; lasciate quindi che vi racconti come ho vissuto io la gara di Matteo. Sabato 28 gennaio, ore 11.30: metri 60hs. Sono sulla pedana del lungo, durante i salti di prova, proprio vicino alla partenza. Matteo è in seconda batteria, quella dei più forti; quando mi parla è tranquillo, come se sapesse già quale risultato verrà fuori da quella gara. Al rimbombo sordo dello sparo sfreccia sugli ostacoli e al traguardo fa segnare il tempo di 8”56, personale sbriciolato di tre decimi e a due centesimi dal primo, lo spezzino Nicolò Castro. Tutti subito percepiscono che saranno loro due a giocarsi il titolo. Ore 12.00: salto in alto. A mio parere la gara decisiva, è qui che Matteo ha costruito la sua vittoria. Nicolò Castro si ferma a m 1,75 e io, dalla pedana del peso, tremo per Matteo. Quota 1,80 passata agevolmente. Quota di 1,85: Matteo sbaglia per due volte; lui sa già cosa deve fare, tirare fuori i cosiddetti! Al terzo tentativo la luce tra l’asticella e il corpo di Matteo è tantissima, mi è venuta la pelle d’oca a vedere quel salto. Successivamente al secondo tentativo a 1,88 l’asticella traballa un po’ ma resta su: il primato personale è fatto e il divario di punti in classifica diventerà incolmabile. Ore 14.00: peso. Disciplina in cui Matteo può migliorare tantissimo. Io stavo facendo salto in alto e di questa gara non ho visto quasi niente. Da quanto mi racconta lui, raggiunge con estrema facilità m 13,37; Castro lo tallona con metri 13,22; all’ultimo lancio, riuscito un po’ sbilenco, Matteo si avvicina a Mirco Buglioli, responsabile tecnico della Bentegodi, con la sua solita faccia sorridente e gli dice: “me son desmentegà de urtar”… anche questo fa parte del modo di essere di Matteo. Ore 15.30: asta. Mi siedo nelle parte di tribune vicino alla pedana dell’asta, voglio gustarmi tutta la gara. Durante le prove il Borghe si sbraccia e si sgola nel fargli provare aste e rincorse. Il salto d’ingresso a m 2,90 fa un po’ schifetto, speriamo sia servito a rompere il ghiaccio. Due nulli a 3 metri e tutti cominciamo a preoccuparci; se dovesse sbagliare ancora Castro potrebbe recuperare troppi punti. Matteo sembra tranquillo, fi n troppo; impugna l’asta, rincorsa, imbucata e i 3 metri sono cosa fatta. E’ sì forte fisicamente, ma di testa lo è ancora di più. Fino a m 3,40 Matteo non sbaglia più, personale eguagliato; Castro si ferma a m 3,50! Andrea e Federico cominciano e pregustare la vittoria, Matteo nei 1000 è forte; io voglio essere più guardingo, in atletica può succedere di tutto. Ore 17.45: m 1000. Il Borghe e Mirco studiano per “ore” i distacchi e i tempi di accredito degli avversari; Matteo ha detto che resterà attaccato a Castro e non lo mollerà fino alla fine. Eccoli partiti: subito un atleta di Napoli va in fuga, Matteo sembra quasi volerlo inseguire, Castro gli si inchioda dietro. Al terzo dei sei giri Matteo ha un po’ di cedimento, Castro lo sorpassa, ma Matteo non gli concede più di due metri. All’ultimo giro e mezzo Castro tenta il tutto per tutto ma Matteo reagisce e contiene il distacco in non più di cinque metri: è il trionfo!