PICCOLE GIOIE
GRANDI DOLORI
di Andrea Pelucco
C
hi guarda e vive il mondo dello sport, e in particolare quello dell’atletica, dall’esterno o in maniera parziale, potrebbe trarre questa facile considerazione. Troppo spesso ci si trova a vivere con delusioni legate a risultati che non soddisfano, dolori fisici, allenamenti noiosi o estenuanti, allenatori che non riescono a far emergere le proprie potenzialità, dirigenti poco attenti agli sforzi profusi. Creiamo le nostre aspettative, fissiamo i nostri traguardi, ma il più delle volte ne rimaniamo delusi. Questo è sembrato, all’inizio dell’anno, anche al piccolo gruppo di nuovi cadetti e cadette a cui (prima su mia idea, in seguito appoggiata da Jojo e Stefano) abbiamo proposto di iniziare a lanciare il martello. Superata da parte delle ragazze l’idea che ciò compromettesse la loro femminilità, con Giorgia, Irene, Jessica, Valentina, e poi Francesco e Riccardo, abbiamo avviato questo nuovo progetto. In realtà Francesco già lo scorso anno aveva fatto qualcosa, maora la proposta diventava più consistente. Trovarsi una volta alla settimana a ripetere in maniera metodica ed estenuante centinaia e centinaia di volte gli stessi movimenti, con l’obiettivo di farli diventare gesti automatici, potenti e allo stesso tempo armoniosi, era, ed è ancora, una cosa forse troppo lontana da raggiungere e da capire. Così, durante gli allenamenti, si interponevano, tra una chiacchiera e l’altra di ragazzi o chissà cos’altro, una mia sgridata, qualche giro e ancora qualche lancio. Certo, se ora andiamo ad analizzare i primi passi (giri) svolti all’inizio e alla fine d’annata, conclusasi con le gare sociali il 14 ottobre, è possibile ritenersi più che soddisfatti. Ognuno dei ragazzi che ho allenato ha raggiunto traguardi che inizialmente sembravano insperati, anche se qualcuno è poi tornato alla ricerca di una specialità più adatta alle proprie qualità. Ma il titolo regionale di Giorgia e la sua partecipazione alla rappresentativa nazionale di categoria, il terzo posto di Valentina, il sesto di Irene, il terzo di Francesco, già danno l’idea di quanti passi in avanti siano stati fatti. Buone anche le misure: tutte le ragazze hanno superato i 30 metri, o ci sono vicine, e si deve sempre tener conto di infortuni intervenuti o periodi di lunga vacanza, più o meno voluti. Ora ognuno di loro, prima di partire per il nuovo anno (le ragazze ancora nella categoria cadette, Francesco tra gli allievi), può valutare il proprio grado di soddisfazione circa quello che ha ottenuto: miglioramenti, gioie e delusioni. La strada da percorrere prima di affermare di aver almeno imparato un poco a lanciare è ancora lunga; perciò ci può stare anche la gara andata male, l’errore tecnico che si presenta quando meno te lo aspetti, il risultato che non appaga. E’ possibile che non si voglia accettare tali sconfitte e si abbandoni quindi la sfida. Io credo invece che questi siano ostacoli che prima o poi si presentano sempre, ora nello sport, poi nella vita futura. Possiamo provare a superarli ed ambire ad un risultato, che per ciascuno diventa una vittoria, oppure fermarsi e tornare sui propri passi. Dobbiamo tenere presente tutto questo, valutare quali sono le migliori opportunità e fare la nostra scelta. Da parte mia, ora posso solo fare i complimenti ai miei ragazzi per i successi raggiunti e augurarmi di trovare ancora tutti in pedana, con la voglia di imparare, migliorare un gesto elegante, qual è quello del martello, e la voglia di vivere ancora “delusioni” per rendere inappagabili i successi che seguiranno.